Noi sognavamo un mondo diverso, un mondo di libertà,
un mondo di giustizia, un mondo di pace e un mondo di fratellanza e di serenità.
Ho 85 anni, da allora ne sono passati sessanta,
purtroppo questo mondo non c’è.
E allora riflettete, ragionate con la vostra testa.
Continuate la nostra lotta.
E noi lo sognamo ancora, o forse non lo sognamo più.
Forse non l'abbiamo mai sognato.
Ma si, lo sognamo ancora.
In realtà noi un mondo diverso lo sognamo, lo releghiamo alla dimensione onirica perché ci hanno insegnato che il mondo, quello vero, non si cambia.
Ma non "non si cambia" nel senso che non è possibile cambiarlo, ma nel senso del divieto: "No, il mondo non si cambia!". "Guai a chi ci prova!" - mi è parso anche di sentire - "Io no, ti pare?", l'eco.
Ma chi è che lo dice che non si cambia, il mondo?
"Guardate che è la Terra che gira intorno al Sole!" - "Ma stai zitto tu, che se ti sentono sono guai!" - "Si ma guarda volevo solo dire che è il Sole che è immobile e la Terra che gira." "Ma sono centinaia di anni che è cosi, ti pare che mo' arriva un Galileo qualsiasi... e chi glielo spiegherebbe a tutti? Tu? Dai retta a me: vai a lavorare." - "Ma va' là.. ma va' là.." - mi parve di sentire - "Ma va' là.", l'eco.
Ma è meglio così, dico io.
Eh si, si capisce; dovessero oggi stesso dirci: "Vai, prendi carta e penna e dicci come dobbiamo cambiare il mondo, vai.". E sarebbero guai, dico io. Che ci scrivereste voi?
"Un mondo di giustizia". "Giustizia". Deve essere una parola chiave "Giustizia". "Giusto", eh si, viene da "Giu-sto". E che è "Giusto"? Un rigore è giusto. O ingiusto. Cioè, è giusto e ingiusto. Dipende se lo subisci, allora è sempre giusto, o se è contro di te, allora è sempre ingiusto. E allora pure la giustizia? E' giusta quando difende il piccolo orticello che ti sei coltivato gelosamente, col sudore e col sangue, ed è ingiusta quando hai paura che te lo tolga, quell'orticello.
Vabbè basta, tanto per adesso il mondo diverso me lo sogno, e mi va bene così. Tanto chi lo chiede, a me, di cambiare il mondo, dico io. "Il mondo non si cambia", dicono loro - "Ammazza che zozzone, non si cambia mai?" - Applausi, l'eco.
Poi però arriva un vecchietto, "Al Dievel". Lui il suo l'ha fatto. Ha rischiato la vita, lui.
Lui, ed altri vecchietti, hanno rischiato la vita per consegnare l'Italia a degli uomini illuminati che, qualche anno fa, scrissero una delle costituzioni più moderne e progressiste dell'epoca: la Costituzione Italiana.
Dopo più di mezzo secolo il mondo che ha sempre sognato non c'è, e chiede a noi di continuare la sua lotta, e lo faremo. Ma questa volta è più difficile. Non si spara. Le regole sono cambiate ma è la nostra lotta, non possiamo farne a meno. Iniziamo da zero: "L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione." - "Ma va' là.. ma va' là.." - mi parve di sentire.
"fondata sul capitale finanziario e sulla speculazione"
RispondiEliminaL'altro giorno mia nonna era in crisi di pianto per il malfunzionamento del decoder digitale, che ho rapidamente provveduto a sostituire.
Una vita di fatiche e di sacrifici per cosa? La sicurezza di possedere un appartamento in un bel quartiere, terrorizzata da tutti i pericoli di questo mondo... e da tutto il resto.
Una vita di clausura mentale tale da non poter associare alla sua saggezza manco uno straccio di chiave di lettura sul mondo di oggi. E così nonna è confusa, sperduta, fragile, frastornata; tra tutte le virtù che ha trasmesso a figli e nipoti, c'è anche il terrore di affacciarsi al mondo e dare un contributo.
Nonna è cresciuta da mezzadra e la guerra non l'ha neanche sfiorata, se non per qualche lontano cugino ucciso da qualcuno, chissà se partigiano o fascista.
Io mi sento confuso, sperduto, fragile, frastornato...e non ho fatto la guerra...al contrario del comandante diavolo, fiero, tosto e deciso! Aveva ragione mio nonno a dire "la guera la guera, si avessi fatto la guera!"
In ogni tempo ed in ogni occasione però una guerra è sempre possibile. Cito Bergonzoni:
"dobbiamo scendere nella piazza interiore,
dobbiamo scioperare dentro per poter capire cosa fare fuori"
Grazie Andrea, grazie Raffo.
:-)
RispondiEliminapartiamo in quarta?
Forte.
c'è questo libro confuso, che frastorna un pò, però coraggioso, energico, sulla resistenza e sul nostro ruolo, perchè un ruolo ce lo abbiamo anche noi, cosa credete.
Ma solo se vogliamo, solo se decidiamo di sceglierlo, perchè proprio come il coraggio e un sacco di cose ognuno lo sceglie per se, e nessun altro può fare niente.
Asce di guerra, Wu ming, Edizione Einaudi.
E' qui a casa mia che vi aspetta, ragazzi.
E' il mio regalo di natale.
Al prossimo post.
A.
"Credevamo di cambiare il mondo, e invece il mondo ha cambiato noi"
RispondiEliminapurtroppo
dani