lunedì 21 dicembre 2009

Nessuna conquista è per sempre.

Nessuna conquista è per sempre.
C'è sempre qualcuno che è interessato a toglierla.
Per cui resistere non è solo un dovere, ma anche una necessità dei giovani.
Altrimenti non si va avanti.

- Anonimo


Che c'è per domani?
<< Nulla, domani c'è assemblea! >>.
Eh, come "nulla", dico io. Se c'è assemblea, che né so, dovremo informarci, prepararci, leggere il giornale, no?
<< Ecco, allora vai a vedere se quelli della 3C domani sono almeno 8.>>
Ah, ho capito, stiamo organizzando una protesta come si deve. Serve il numero eh? Più siamo più manifestiamo!
<< Ma che stai a dì, digli di portare le magliette rosse, piuttosto. >>
Ah, "le magliette rosse", certo. Ho capito. Una roba tipo "sindacati", un gruppetto - un manipolo - li cogliamo di sorpresa eh?
<< Già che ci sei, digli che andiamo dove siamo stati l'altra volta, che non era male come posto. >>
Ah ho capito, andiamo davanti al Ministero dell'Istruzione? Davanti alla Questura? In parlamento? Alla RAI? Insomma, dov'è che se fa 'sta protesta?
<< E basta stai, la stai a fa lunga, ricordati il pranzo al sacco. Mangiamo lì. >>

Ah, un sit-in ad oltranza! Occupiamo la piazza fino a che non ci sgombrano eh? Dai così!
<< Certo che te non ci hai altro a cui pensare! Stai attento domani, che po' esse che vola qualche pizza. >>
Dici che ci mandano i celerini? Vabbè ma noi siamo civili, manifestiamo con prudenza.  Volto scoperto, niente armi, qualche canna.  Che ce devono fa?
<< Aho ma te ce ci hai in testa, le pigne? Piuttosto chiama quello del campo, vedi se c'è uno in sintetico da calciotto per domani, dalle 11.00 >>.
Ma che stiamo andando a giocare a calcio?
<< E a che voi giocà? >>
Eh, a calcio, a calcio.





mercoledì 16 dicembre 2009

Noi sognavamo un mondo diverso.

Noi sognavamo un mondo diverso, un mondo di libertà,
un mondo di giustizia, un mondo di pace e un mondo di fratellanza e di serenità.
Ho 85 anni, da allora ne sono passati sessanta,
purtroppo questo mondo non c’è.
E allora riflettete, ragionate con la vostra testa.
Continuate la nostra lotta.

- Germano Nicolini, Al Dievel, "Appunti Partigiani" 2005



E noi lo sognamo ancora, o forse non lo sognamo più. 
Forse non l'abbiamo mai sognato. 
Ma si, lo sognamo ancora.

In realtà noi un mondo diverso lo sognamo, lo releghiamo alla dimensione onirica perché ci hanno insegnato che il mondo, quello vero, non si cambia. 

Ma non "non si cambia" nel senso che non è possibile cambiarlo, ma nel senso del divieto: "No, il mondo non si cambia!". "Guai a chi ci prova!" - mi è parso anche di sentire - "Io no, ti pare?", l'eco.


Ma chi è che lo dice che non si cambia, il mondo?

"Guardate che è la Terra che gira intorno al Sole!" - "Ma stai zitto tu, che se ti sentono sono guai!" - "Si ma guarda volevo solo dire che è il Sole che è immobile e la Terra che gira."  "Ma sono centinaia di anni che è cosi, ti pare che mo' arriva un Galileo qualsiasi... e chi glielo spiegherebbe a tutti? Tu? Dai retta a me: vai a lavorare." - "Ma va' là.. ma va' là.." - mi parve di sentire - "Ma va' là.", l'eco.

Ma è meglio così, dico io. 

Eh si, si capisce; dovessero oggi stesso dirci: "Vai, prendi carta e penna e dicci come dobbiamo cambiare il mondo, vai.". E sarebbero guai, dico io. Che ci scrivereste voi?

"Un mondo di giustizia". "Giustizia". Deve essere una parola chiave "Giustizia". "Giusto", eh si, viene da "Giu-sto". E che è "Giusto"? Un rigore è giusto. O ingiusto. Cioè, è giusto e ingiusto. Dipende se lo subisci, allora è sempre giusto, o se è contro di te, allora è sempre ingiusto. E allora pure la giustizia? E' giusta quando difende il piccolo orticello che ti sei coltivato gelosamente, col sudore e col sangue, ed è ingiusta quando hai paura che te lo tolga, quell'orticello.

Vabbè basta, tanto per adesso il mondo diverso me lo sogno, e mi va bene così. Tanto chi lo chiede, a me, di cambiare il mondo, dico io. "Il mondo non si cambia", dicono loro - "Ammazza che zozzone, non si cambia mai?" - Applausi, l'eco.

Poi però arriva un vecchietto, "Al Dievel". Lui il suo l'ha fatto. Ha rischiato la vita, lui. 
Lui, ed altri vecchietti, hanno rischiato la vita per consegnare l'Italia a degli uomini illuminati che, qualche anno fa, scrissero una delle costituzioni più moderne e progressiste dell'epoca: la Costituzione Italiana.

Dopo più di mezzo secolo il mondo che ha sempre sognato non c'è, e chiede a noi di continuare la sua lotta, e lo faremo. Ma questa volta è più difficile. Non si spara. Le regole sono cambiate ma è la nostra lotta, non possiamo farne a meno. Iniziamo da zero: "L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione." - "Ma va' là.. ma va' là.." - mi parve di sentire.